A circa 30 chilometri da Burgos si trova un luogo che, pur essendo discreto nell’aspetto, è stato per secoli uno dei rifugi più emblematici del Cammino di Santiago: il monastero di San Juan de Ortega. Situato in una delle tappe chiave del Cammino Francese, questo complesso monastico romanico si distingue per il suo valore architettonico e per la profonda carica simbolica che rappresenta.

San Juan de Ortega, discepolo del leggendario Santo Domingo de la Calzada, dedicò la sua vita a facilitare la peregrinazione in una delle zone più inospitali del percorso jacobeo. All’inizio del XII secolo, ordinò la costruzione di una chiesa e un ospedale per accogliere i pellegrini, trasformando un luogo solitario in un punto di riposo e protezione.

Nel corso dei secoli, il monastero è stato testimone di guerre, riforme, abbandoni e recuperi. Nonostante tutto, la sua essenza è rimasta intatta: quella di essere un rifugio di spiritualità nel mezzo del cammino.

Questo articolo ripercorre la storia, il presente e l’eredità spirituale di San Juan de Ortega, un luogo che non solo si percorre, ma si vive. Perché ci sono luoghi che, oltre alla loro ubicazione, segnano un prima e un dopo nell’esperienza interiore del pellegrino. E questo monastero è, senza dubbio, uno di questi.

 

San Juan de Ortega: l’eredità di un uomo santo al servizio del pellegrino

Juan de Quintanaortuño nacque a metà del XI secolo in un piccolo villaggio di Burgos. La sua vita fu segnata dalla vocazione religiosa e dal servizio verso gli altri. Soprattutto, verso i pellegrini che attraversavano le montagne e le lande del nord della penisola diretti a Santiago di Compostela.

Fu discepolo e collaboratore di Santo Domingo de la Calzada, con cui condivise non solo l’ideale cristiano, ma anche la preoccupazione di migliorare le infrastrutture del Cammino. Insieme, lavorarono nella costruzione di ponti, strade e ospedali in un’epoca in cui percorrere lunghe distanze a piedi significava esporsi alla fame, alle malattie e alla violenza.

Dopo la morte del suo maestro, Juan proseguì quella missione da solo. Dopo aver compiuto un pellegrinaggio a Gerusalemme, si ritirò nei Monti di Oca —una zona allora quasi disabitata e considerata pericolosa— e fondò lì un piccolo monastero con chiesa e ospedale, dedicato a San Nicola di Bari. Con il tempo, questo luogo finì per prendere il suo nome.

L’impulso definitivo arrivò nel 1142, quando il re Alfonso VII donò terreni e privilegi al monastero, consolidando il suo ruolo come punto strategico nel Cammino Francese. Oltre ad accogliere i pellegrini, il luogo divenne anche un centro di diffusione del culto jacobeo e di riorganizzazione del territorio.

San Juan morì nel 1163 e, sebbene non sia mai stato canonizzato ufficialmente da Roma, la sua venerazione locale fu immediata. La prova di ciò è che la sua tomba, situata all’interno della chiesa romanica che lui stesso fece costruire, divenne presto un luogo di pellegrinaggio secondario.

Nel tempo, la sua figura è stata associata alla protezione dei pellegrini. Infatti, una delle devozioni popolari più antiche legate al monastero lo presenta come intercessore per problemi di fertilità e gravidanze difficili. Fino al XX secolo, era comune che le donne di tutta la zona si avvicinassero alla sua tomba per chiedere il suo aiuto nel parto.

Così, la storia di San Juan de Ortega non può essere compresa senza il Cammino di Santiago. La sua vita e la sua opera incarnano lo spirito ospitale che ancora oggi definisce questo antico percorso: l’attenzione disinteressata, la fede incarnata in azioni concrete e la profonda convinzione che aiutare l’altro sia anche avanzare nel proprio cammino.

 

Il monastero oggi

Stato attuale del monastero e recenti riforme

Dopo secoli di abbandono parziale e deterioramento, ha vissuto importanti interventi di recupero negli ultimi decenni. Dichiarato Bene di Interesse Culturale, è stato oggetto di diverse campagne di restauro promosse dalla Junta de Castilla y León, dall’Arcidiocesi di Burgos e da organizzazioni legate al patrimonio del Cammino.

Gli interventi più significativi si sono concentrati sulla consolidamento delle strutture, il restauro delle coperture, il recupero del chiostro e il miglioramento degli accessi. Grazie a questo, il complesso ha riacquistato la sua dignità architettonica e continua a funzionare come luogo di culto e accoglienza.

Attualmente, l’ambiente del monastero mantiene un equilibrio tra ciò che è monumentale e ciò che è rurale, senza urbanizzazione di massa.

 

Una gemma del romanico: chiesa, tomba e chiostro

Il cuore del complesso monastico è la chiesa romanica, iniziata dallo stesso San Juan e conclusa a metà del XII secolo (da qui i suoi dettagli gotici). Si tratta di un edificio a navata unica con transetto e testata tripla. Al suo interno si conservano alcuni degli elementi scultorei più significativi del romanico burgalese, come i capitelli con scene bibliche e vegetali.

Uno dei punti di maggiore interesse è la tomba del santo, situata sul lato destro del presbiterio. La tomba, decorata con motivi gotici del XV secolo, fu commissionata dal vescovo Pedro de Agén, che promosse una delle riforme del tempio nel basso Medioevo.

Il chiostro, sebbene più modesto, conserva parte della sua struttura originale. Il suo restauro negli ultimi decenni ha permesso di rivalutarlo come spazio di raccoglimento. Attorno ad esso si trovano le stanze monastiche, alcune delle quali sono state adattate per l’uso liturgico e per l’ospitalità.

 

La luce dell’equinozio: un fenomeno di fede e geometria

Uno degli aspetti più singolari del monastero è il fenomeno luminoso che si verifica due volte all’anno, in coincidenza con gli equinozi di primavera e autunno. In quei giorni, al tramonto, un raggio di sole entra da una finestra dell’abside e attraversa la navata per illuminare direttamente uno dei capitelli del tempio, quello che rappresenta l’Annunciazione.

Al di là di questo dato curioso, molti interpretano questo evento come una metafora visiva del cammino interiore: la luce che arriva dopo il passaggio nell’oscurità della foresta dei Monti di Oca.

 

Spazio di silenzio, preghiera e ascolto per il pellegrino

San Juan de Ortega non è solo una tappa del Cammino Francese; è anche un luogo di contemplazione. La sua posizione isolata e la sobrietà della sua architettura favoriscono la meditazione. Molti pellegrini lo considerano una sosta spirituale, ideale per riflettere sul cammino o semplicemente riposare in un ambiente sereno.

 

Perché scegliere il Cammino Francese? Confronto con altri percorsi del Cammino di Santiago

Una delle ragioni principali per cui molti pellegrini scelgono questo percorso è la sua infrastruttura consolidata: ostelli, segnaletica chiara, offerta culturale e servizi al pellegrino in quasi ogni tappa.

Inoltre, il suo tracciato permette di vivere una evoluzione geografica ed emotiva progressiva. Il pellegrino passa dai boschi pirenaici alla pianura castigliana, per arrivare poi alla verdeggiante Galicia, come un viaggio interiore che accompagna il movimento del corpo.

Ma il Cammino Francese non è l’unica opzione. Ogni itinerario jacobeo ha il suo carattere, i suoi paesaggi e il suo ritmo. Di seguito, vediamo brevemente alcune delle principali alternative, ciascuna con le proprie attrattive.

 

  • Cammino del Nord. Per chi cerca un ambiente più selvaggio e meno affollato, qui si offre un percorso parallelo al mare Cantabrico, passando per città come Bilbao, Santander e Gijón. Inoltre, offre una grande varietà geografica e culturale. Il Cammino del Nord da Santander a Gijón combina patrimonio, gastronomia e spettacolari paesaggi marini.

 

Questo tracciato è fisicamente più impegnativo, a causa dei continui dislivelli e tratti montuosi, ma offre in cambio un’esperienza più intima e solitaria. È ideale per chi apprezza il contatto con la natura e il silenzio.

 

  • Cammino Portoghese. Un’altra via in crescita è questa, che attraversa il paese vicino da sud a nord, partendo da Lisbona o da Porto. Il Cammino di Santiago Portoghese da Porto a A Guarda rappresenta una combinazione eccellente di storia, villaggi incantevoli e paesaggi rurali.

 

Durante il percorso, il pellegrino si imbatte in chiese barocche, strade romane, antiche tenute vinicole e un’atmosfera accogliente. Questo cammino si distingue per il suo equilibrio tra comodità e tradizione, oltre che per la sua bellezza paesaggistica nel tratto di confine con la Galizia.

 

  • Cammino Portoghese lungo la Costa. Per chi preferisce la costa e la brezza atlantica, il Cammino da A Guarda a Santiago è un’ottima alternativa. Questa variante costiera consente di camminare lungo il mare, godersi spiagge solitarie e conoscere luoghi storici come Baiona o Vigo prima di entrare nell’entroterra galiziano.

 

Anche se dispone di meno infrastrutture, questa rotta ha guadagnato popolarità negli ultimi anni grazie alla sua autenticità e bellezza naturale. Inoltre, è meno affollata, il che consente un’esperienza più introspettiva.

 

  • Cammino Primitivo. Il suo profilo è montuoso, con tappe fisicamente dure, specialmente tra l’Alto del Palo e Lugo. Chi sceglie questa rotta apprezza il silenzio, lo sforzo e l’autenticità. La bassa densità di pellegrini, combinata con un ambiente naturale spettacolare, rende questa opzione una delle più apprezzate da camminatori esperti o da chi cerca un’esperienza profondamente spirituale.

 

  • Cammino Inglese. È un’ottima scelta per chi ha poco tempo o per chi vuole vivere una prima esperienza jacobea. Sebbene breve, la sua storia e l’ambiente lo rendono un percorso completo, con tratti rurali e urbani ben segnalati e una buona rete di servizi.

 

Cammino Francese: il cuore spirituale del Cammino

Nonostante la ricchezza di queste rotte alternative, il Cammino Francese rimane, per molti, l’asse centrale della tradizione jacobea. Non solo per la sua storia, ma anche per la concentrazione di simboli e riferimenti culturali: la cattedrale di Burgos, il passaggio per i Monti de Oca, la Cruz de Ferro, O Cebreiro… luoghi dove la spiritualità e la storia si intrecciano.

E naturalmente, luoghi come San Juan de Ortega, con il suo monastero romanico e la sua luce equinoziale, offrono al pellegrino momenti unici di silenzio, raccoglimento e connessione. È questa somma di elementi —tradizione, accoglienza, bellezza, ritmo— che fa sì che tanti viaggiatori, anche dopo aver percorso altre rotte, tornino ancora e ancora al Cammino Francese.

Alcuni optano per percorrerlo a tappe, altri lo percorrono per intero. E molti, per facilitare l’esperienza senza perdere autenticità, decidono di unirsi a un’agenzia specializzata in viaggi organizzati Camino de Santiago. Senza dubbio, un modo pratico per scoprire i diversi cammini con sicurezza, pianificazione e libertà di camminare senza preoccupazioni.

 

Come visitare San Juan de Ortega: consigli pratici

Il monastero di San Juan de Ortega si trova nella regione dell’Alfoz de Burgos, all’interno del comune di Barrios de Colina, nei Monti de Oca. A piedi, si accede ad esso passando per località emblematiche come Atapuerca e Agés, seguendo le frecce gialle del Cammino.

 

La luce dell’equinozio: quando assistere al fenomeno solare

Una delle principali attrattive del luogo è il cosiddetto “miracolo della luce”, un fenomeno solare che si verifica solo due volte all’anno: intorno al 21 marzo e al 22 settembre, date che coincidono con gli equinozi di primavera e autunno.

In quei giorni, poco dopo le 17 ore (ora solare), un raggio di sole entra da una finestra situata nell’abside della chiesa e illumina con precisione il capitello che rappresenta l’Annunciazione. Questo effetto, frutto di un calcolo architettonico millimetrico, dura solo pochi minuti, ma lascia una profonda impressione tra i presenti.

Se si vuole vivere questa esperienza, è consigliabile arrivare in anticipo e mantenere il silenzio all’interno del tempio.

 

Dove dormire nelle vicinanze se non si pernotta nel monastero

L’ostello di San Juan de Ortega ha posti limitati e, durante i mesi di maggiore affluenza (specialmente tra maggio e settembre), potrebbe riempirsi rapidamente. In tal caso, una buona opzione è alloggiare nelle località vicine, come Agés (a 3,5 km) o Atapuerca (a 6 km), entrambe ben collegate a piedi dal tracciato ufficiale del Cammino.

È meglio pianificare in anticipo l’itinerario con l’aiuto di servizi specializzati, come quelli offerti da Mundiplus. Ti aiutiamo a camminare con maggiore flessibilità, ci occupiamo di prenotare l’alloggio in anticipo e organizziamo il trasporto del bagaglio tappa dopo tappa.

 

Norme di visita, prezzi e orari

L’accesso al monastero è libero e gratuito. Tuttavia, come luogo di culto attivo e spazio storico protetto, è necessario seguire alcune norme di comportamento di base:

  • Mantenere il silenzio all’interno del tempio e delle stanze monastiche.

 

  • Rispettare gli orari liturgici se si è presenti durante le celebrazioni.

 

  • Non fare fotografie con flash né registrazioni senza esplicito permesso.

 

  • Non lasciare rifiuti né transitare per aree ristrette.

 

La chiesa è generalmente aperta durante il giorno (approssimativamente tra le 9:30 e le 19:00 nelle stagioni di alta affluenza), anche se questi orari potrebbero variare leggermente a seconda del periodo dell’anno o di eventi liturgici speciali. Non c’è biglietteria né controllo d’ingresso, ma sono gradite le donazioni volontarie che aiutano al suo mantenimento.