Fare il Cammino di Santiago è un’esperienza così intensa che molte persone non riescono a farlo una sola volta. Non si tratta solo di un percorso storico o di una sfida fisica: è un viaggio interiore che lascia il segno e risveglia il desiderio di tornare.

Ogni anno, migliaia di pellegrini tornano a ripeterlo. Lo fanno per motivi tanto diversi quanto profondi: riconnettersi con la spiritualità, rivivere la magia dell’esperienza, scoprire altri percorsi o semplicemente camminare per il piacere di farlo. Ma, perché il Cammino crea tanta dipendenza? Cosa ha questo itinerario millenario che spinge a tornare?

 

Un viaggio che va oltre il fisico: le motivazioni per tornare

Oltre il corpo: un’esperienza trasformativa

La prima volta è spesso una sorpresa. Si inizia a camminare pensando a chilometri, mappe e bagagli, e si finisce per scoprire qualcosa di più profondo. È comune che, una volta arrivati alla Cattedrale di Santiago, i pellegrini sentano che qualcosa dentro è cambiato. E quando un’esperienza riesce in questo, è inevitabile volerla rivivere.

La sensazione di libertà, il contatto costante con la natura, l’assenza di pressioni esterne e il ritmo lento fanno percepire il Cammino come una pausa vitale necessaria, come tornare in un luogo che non conoscevi ma che ora non vuoi più lasciare. Per molti, tornare è un modo per prendersi cura di sé.

 

Riconnettersi con il presente

Il pellegrinaggio è una scuola che ti aiuta a vivere l’ora. Dormire bene dopo una giornata di cammino, sentire l’odore del bosco dopo la pioggia, ascoltare solo il suono degli scarponi sulla terra… Tutto invita a connettersi con ciò che hai davanti agli occhi e sotto i piedi. Questa capacità di attenzione consapevole, così difficile da raggiungere nella vita quotidiana, è uno dei motivi per cui si torna.

 

Tornare per chiudere un ciclo

Ci sono anche persone che tornano per una ragione precisa: elaborare un lutto, festeggiare un compleanno speciale, riprendere qualcosa lasciato a metà o semplicemente chiudere una fase personale. L’esperienza, grazie al suo simbolismo, diventa uno scenario perfetto per trasformare le emozioni in qualcosa di tangibile.

 

Ogni Cammino, un’esperienza diversa: percorsi che lasciano il segno

Il Cammino non è uno solo. Esistono molti itinerari, ognuno con il suo carattere, la sua geografia e il suo modo di toccare l’anima. Questa varietà è uno dei motivi più forti per tornare. Ogni percorso permette di vivere il viaggio in modo unico.

 

  • Cammino Francese – Il grande classico. Dai Pirenei a Santiago, è l’opzione più popolare. Paesaggi mutevoli, città storiche, centinaia di ostelli e una rete di pellegrini che lo rende ideale per chi cerca comunità. Ripetere questo percorso è spesso un modo per riconnettersi con le origini del pellegrinaggio.

 

  • Cammino del Nord – Selvaggio e profondo. Molto meno frequentato e con una bellezza naturale mozzafiato. Costeggia il Mar Cantabrico, tra scogliere e boschi, offrendo un equilibrio tra isolamento e contatto umano. Il tratto del Cammino di Santiago da Santander a Gijón è particolarmente consigliato per chi cerca un itinerario autentico, con meno folla e più introspezione.

 

  • Cammino Portoghese lungo la Costa – Tra mare e storia. Da Porto, la variante costiera offre paesaggi marini, villaggi tranquilli e un’esperienza diversa. 

 

 

  • Cammino Primitivo – Il più impegnativo, il più autentico. Da Oviedo a Lugo e poi a Santiago. Duro, montuoso e meno frequentato. È l’opzione ideale per chi ha già fatto un altro percorso e cerca un’esperienza più intima e fisica. Paesaggi asturiani e galiziani mozzafiato.

 

  • Cammino Inglese – Breve, ma intenso. Questo percorso si può completare in meno di una settimana. Ha un fascino speciale per la sua storia (usato da pellegrini britannici) e per il suo carattere raccolto. Ideale da ripetere in primavera o quando si ha poco tempo.

 

  • Percorso verso Finisterre e Muxía. Proseguire oltre Santiago fino al mare è quasi un’estensione naturale del viaggio. Finisterre e Muxía hanno un forte carico simbolico: la fine della terra, l’orizzonte come rinnovamento. 

 

  • Chi è già arrivato una volta alla cattedrale, spesso decide di tornare per proseguire fino a qui e vivere un’esperienza diversa. Altri scelgono questa come destinazione finale per purificare nuovamente l’anima.

 

Il valore del ritorno: camminare non è lo stesso che ri-camminare

  • Il secondo Cammino è diverso. Conosci già il ritmo, sai come preparare lo zaino o quali scarpe funzionano. Questo ti permette di vivere l’esperienza con più calma, più apertura e meno ansia. Puoi fermarti di più, improvvisare, ascoltare il corpo. È normale che i pellegrini che tornano decidano di camminare più lentamente o fare meno tappe.

 

  • Un’altra mentalità, un’altra esperienza. Ripeterlo permette di viverlo da una prospettiva diversa. C’è chi torna per accompagnare un figlio, un partner o un amico; altri per ringraziare un cambiamento personale o professionale. Nessun Cammino è uguale, anche se si percorre la stessa strada.

 

  • Esplorare nuovi modi di camminare. Alcuni osano percorrerlo al contrario (da Santiago all’origine), farlo in bicicletta o suddividerlo in tappe distribuite su più anni. Altri lo fanno da soli dopo averlo fatto in gruppo, o viceversa. Ogni variazione cambia l’esperienza.

 

Testimonianze e cifre: quanti davvero tornano?

Secondo statistiche recenti, oltre il 30% dei pellegrini che arrivano a Santiago hanno già fatto almeno una volta il Cammino. Questa percentuale sale al 40% tra chi ha più di 50 anni.

 

Profili che ripetono

 

  • Pensionati che inseriscono il pellegrinaggio nella propria routine annuale.

 

  • Viaggiatori internazionali che provano diversi itinerari in viaggi successivi.

 

  • Giovani che tornano dopo una prima esperienza rivelatrice.

 

  • Persone che hanno vissuto un cambiamento importante (lutto, divorzio, pensionamento…).

 

Tendenze in crescita

Il numero di pellegrini che tornano cresce ogni anno. La possibilità di scegliere percorsi meno affollati, la crescente popolarità del trekking consapevole e la flessibilità di pianificare tratte brevi fanno sì che, per molti, sia obbligatorio mettere piede in Plaza del Obradoiro almeno una volta all’anno.

 

È più comune ripetere lo stesso percorso o cambiarlo?

In generale, la maggior parte dei pellegrini che tornano preferiscono provare percorsi diversi, soprattutto se la prima esperienza è stata sul Cammino Francese. È il più popolare e accessibile, per cui molti iniziano da lì. Una volta completato, cercano alternative meno affollate o con paesaggi diversi: costieri, montani o più brevi.

Tuttavia, una parte significativa dei pellegrini decide di ripetere esattamente lo stesso Cammino. Il motivo: il desiderio di rivivere emozioni, visitare gli stessi luoghi o persino rendere omaggio a un momento personale del passato.

 

Dati indicativi e comportamenti reali

Anche se non esistono statistiche ufficiali che distinguano quanti ripetono lo stesso percorso e quanti lo cambiano, ci sono tendenze chiare:

 

  • Il 60-70 % dei pellegrini che ripetono il Cammino lo fanno scegliendo un percorso diverso (dato stimato da associazioni in Galizia e León).

 

  • Il Cammino Francese continua a essere il più percorso da chi ritorna, poiché molti desiderano rifarlo con più calma o in una stagione diversa.

 

  • Chi cerca introspezione o nuove sfide sceglie il Cammino Primitivo, del Nord o il Sanabrés.

 

  • I pellegrini internazionali tendono a provare percorsi diversi nei viaggi successivi: spesso iniziano con il Portoghese o il Francese e poi esplorano altre alternative.

 

Motivi per cui si sceglie di cambiare percorso

 

  • Curiosità per nuovi paesaggi o culture.

 

  • Diverso livello di difficoltà: fisico o logistico.

 

  • Minor afflusso di pellegrini (per chi cerca maggiore raccoglimento).

 

  • Maggiore contatto con la natura, come accade nel Cammino del Nord o d’Inverno.

 

  • Tappe più corte o accessibili, come nel Cammino Inglese o nei tratti finali dei percorsi costieri.

 

Motivi per cui si ripete lo stesso percorso

 

  • Legame emotivo con quel percorso.

 

  • Necessità di rivivere un’esperienza di guarigione.

 

  • Accompagnare altre persone (partner, figli, amici).

 

  • Vivere un’esperienza diversa in un’altra stagione (per esempio, in autunno dopo averlo fatto in primavera).

 

  • Autorealizzazione personale: percorrere più tappe, più lentamente o con meno aiuti esterni.

 

Il Cammino evolve, lo spirito resta

Miglioramenti e innovazione

Nel corso degli anni, tutti i percorsi si sono evoluti. Migliore segnaletica, più strutture ricettive di qualità, opzioni per il trasporto dello zaino o prenotazione anticipata. Tutto questo rende più facile per molti decidere di tornare. Allo stesso tempo, è cresciuto l’interesse per itinerari alternativi, come il Cammino d’Inverno, il Sanabrés o il Mozárabe. Questa varietà mantiene viva l’attenzione e permette all’esperienza di non esaurirsi mai.

 

Il ruolo delle agenzie specializzate

Anche se molti preferiscono organizzare il viaggio in autonomia, sono sempre di più coloro che scelgono servizi che li aiutino nella pianificazione. Le agenzie del Cammino di Santiago offrono supporto logistico senza togliere autenticità. La loro collaborazione è particolarmente utile per chi ripete il Cammino con obiettivi specifici, come godersi meglio il paesaggio, camminare senza pesi o concentrarsi sull’aspetto spirituale.

 

Ritornare come stile di vita: il Cammino e la crescita personale

Fare il Cammino più volte diventa per molte persone una pratica di crescita interiore. Ogni ritorno è un’opportunità per guardare la vita da un’altra prospettiva, riconnettersi con ciò che conta e rinnovare il legame con se stessi.

Non c’è un solo modo di tornare: alcuni lo fanno per amore del sentiero, altri per la compagnia, altri ancora per nostalgia. Ma tutti concordano su una cosa: l’esperienza ti cambia, e dopo averla vissuta, vuoi sempre tornare.

Il Cammino di Santiago è molto più di un percorso. È un’esperienza che coinvolge corpo, mente e spirito. E quando qualcosa ti trasforma in questo modo, non è facile lasciarlo andare.

Tornare non è ripetere. È approfondire. È rispondere a una chiamata interiore che ti invita a camminare di nuovo, a vivere con meno rumore, a sentire con più intensità. Che sia per nuovi percorsi, nuove domande o per il semplice desiderio di ritrovare se stessi, migliaia di pellegrini ogni anno dimostrano che il Cammino non finisce mai: si rinnova.

E in questo ritorno costante, scopriamo che il vero viaggio non è verso Santiago… ma verso ciò che ciascuno trova lungo il cammino.